Archiva, dal 1991 al fianco delle imprese italiane nella gestione documentale e digitale. Ecco cosa c’è di nuovo nel suo percorso di innovazione.
Archiva è una realtà italiana che ha fatto della gestione documentale digitale il proprio punto di forza, anticipando di decenni la transizione che oggi coinvolge aziende, enti pubblici e scuole. Nata nel 1991, quando la digitalizzazione era ancora un orizzonte lontano per la maggior parte delle imprese, Archiva ha saputo intuire con lungimiranza il valore strategico del dato e del documento digitale, costruendo intorno a questi asset una visione, una cultura e un’offerta tecnologica all’avanguardia.
Nel tempo, da impresa specializzata nella conservazione documentale a norma, Archiva si è evoluta fino a diventare una tech company a tutto tondo, capace di abilitare la trasformazione digitale in modo sistemico e inclusivo. Una realtà che non si limita a fornire soluzioni IT, ma che promuove una vera e propria cultura dell’innovazione, ponendo al centro la dignità dell’informazione, la sicurezza dei dati e lo sviluppo delle competenze.

Un’evoluzione in tre atti
Il percorso di Archiva può essere raccontato come una trasformazione in tre grandi fasi, che riflettono un’evoluzione non solo tecnologica ma anche culturale e organizzativa.
1) Digitalizzazione e conservazione
Negli anni ’90, Archiva è stata tra le prime a offrire servizi di digitalizzazione e conservazione sostitutiva, rispondendo alla crescente esigenza di liberarsi dalla carta e rendere più efficienti i processi aziendali. È in questa fase che inizia a formarsi la sua identità di pioniera: capace non solo di leggere i cambiamenti in atto, ma di anticiparli.
2) Innovazione nei processi
Dal 2012, la società si orienta all’interoperabilità. Archiva collabora con scuole, pubbliche amministrazioni regionali e imprese private, integrando soluzioni tecnologiche con consulenza normativa e progettazione di piattaforme collaborative. È il momento in cui l’azienda comincia a connettere mondi diversi, creando infrastrutture capaci di armonizzare flussi complessi.
3) Cultura, piattaforme e persone al centro
Negli ultimi anni, Archiva ha compiuto un salto ulteriore, creando veri e propri ecosistemi digitali. Qui il dato non è più solo un oggetto da conservare, ma un elemento attivo, capace di generare valore, decisioni e conoscenza. La formazione diventa un pilastro strategico, insieme alla costruzione di una comunità di competenze distribuite e alla promozione di un modello partecipativo di innovazione.
Oltre la tecnologia, una visione culturale e sociale
Oggi Archiva non è solo un fornitore di soluzioni digitali, ma un abilitatore culturale. Lavora per rendere il dato un bene comune, accessibile, protetto, utile. Lo fa promuovendo progetti di formazione, sviluppando piattaforme inclusive e aiutando imprese e istituzioni a evolvere i propri modelli operativi, mettendo in equilibrio le esigenze del business con i bisogni delle persone.
Al centro c’è una visione: la tecnologia non come fine, ma come mezzo per creare valore sostenibile. Sicurezza, dignità umana e responsabilità diventano i principi guida dei modelli tecnologici proposti. È così che Archiva è riuscita a costruire soluzioni digitali che parlano davvero il linguaggio delle organizzazioni contemporanee.
Dal documento al dato: una trasformazione radicale
Negli ultimi anni, Archiva ha accelerato il proprio percorso di innovazione, spinta anche da esperienze nate quasi per caso ma rivelatesi strategiche. Una delle prime svolte è arrivata con lo sviluppo di un software mobile per digitalizzare i controlli nei punti vendita turistici. A quel primo progetto ne sono seguiti altri, fino ad arrivare a collaborazioni strutturate con realtà come Alleanza Assicurazioni.
Da lì è nata una piattaforma cloud evoluta, capace di gestire flussi documentali, comunicazioni, anche offline. L’attenzione all’usabilità e al design ha superato i limiti dei file Excel o di messaggistica, offrendo all’utente strumenti intuitivi, anche in mobilità.
Il cuore tecnologico è stato poi reso modulare: una struttura “universale” con un set di funzionalità di base, su cui costruire personalizzazioni rapide e sostenibili. Un approccio che riduce la manutenzione, semplifica gli aggiornamenti e accelera i tempi di implementazione.
Crescita strategica attraverso acquisizioni mirate
La crescita di Archiva non è fatta solo di innovazione interna, ma anche della capacità di riconoscere e valorizzare realtà affini, con cui condividere visione e competenze. Negli ultimi anni, l’azienda ha portato a bordo nuove realtà che stanno contribuendo in modo concreto all’evoluzione dell’offerta e del modo di lavorare. È il caso di Mitric, società con una forte esperienza nella gestione documentale, che ha portato in dote tecnologie ma soprattutto un approccio preciso, orientato alla qualità e alla sostenibilità dei processi. Con Requiro, giovane realtà nata per semplificare l’accesso e il controllo dei dati, Archiva ha ampliato la propria capacità di rispondere a esigenze sempre più complesse in tema di sicurezza, trasparenza e governo del dato. L’acquisizione di DDM, invece, ha dato un ulteriore slancio allo sviluppo di soluzioni cloud-native, rendendo la piattaforma ancora più scalabile, aperta e pronta all’interoperabilità, in linea con le sfide poste dalle nuove normative europee. Più che semplici operazioni industriali, si è trattato di incontri tra visioni affini, un passo avanti verso la costruzione di un ecosistema digitale in cui le competenze si uniscono per creare valore vero, condiviso e duraturo.
Una leva di crescita per il futuro
In questo scenario, l’integrazione dei sistemi non è più una semplice questione tecnica. È la leva che permette a un’impresa di crescere, diventare internazionale, accedere a nuovi mercati e rispondere con prontezza alle direttive europee.
Con oltre trent’anni di storia, Archiva continua a evolversi, ma con la stessa visione che l’ha guidata fin dall’inizio: credere nel potere dei dati, non solo per semplificare, ma per migliorare. Connettere tecnologie e persone, costruire una cultura dell’innovazione accessibile e sostenibile. Perché, in fondo, è questo che distingue chi fornisce soluzioni da chi accompagna davvero la trasformazione.
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